Una decina d’anni fa con i Club Dogo, e assieme a Fabri Fibra e Marracash, Gué è stato fra i padrini della nuova generazione, quella esplosa dopo il collasso della vecchia scuola anni 90. Arrivato al quarto album solista è un’istituzione: è quello che posiziona l’asticella dei suoni e delle produzioni con uno sguardo alla scena internazionale. Nonostante le classifiche, non è ottimista sullo stato di salute della scena. «In Italia non c’è cultura rap. Se apro Facebook vedo un 30enne che pensa che il rap vero sia Noyz Narcos perché i Club Dogo sono dei venduti. E dall’altra parte su Instagram c’è un bambino di 10 anni con la bandana che vuole insegnarmi cosa sia la trap. Non c’è possibilità di misurarsi con un pubblico che capisca. E anche in tv e radio l’hip hop non ha spazi».
Per il video del nuovo singolo «Milionario», collaborazione con la star cubana del reggaeton El Micha, è volato a Cuba, all’Avana. «Per “Gentleman” ho scritto cose più melodiche e con influenze caraibiche. Mi sono successe cose brutte durante l’anno (ha perso il padre ndr) e mi sono buttato sul disco anche per divertirmi». Nel brano dice che la gente odia chi fa i soldi a meno che non si tratti di calciatori.