La famiglia del bimbo nero insultato ha sporto denuncia: "Nostra figlia chiamata scimmia, lui umiliato davanti a un'altra classe. Si è chiuso e sta male". L'insegnante ora si scusa: "Ho sbagliato, ma era per l'integrazione"
FOLIGNO - "Come hanno potuto lasciare che quel maestro continuasse a insegnare per giorni senza intervenire?". Per Nicola Fratoianni, il folignate responsabile nazionale di Sinistra Italiana, è questa la domanda delle cento pistole da porre oggi che finalmente il Miur, tardivamente informato di una serie di episodi di razzismo perpetrati da un maestro contro due fratellini nigeriani nella scuola elementare di via Monte Cervino, ha sospeso il supplente Mauro Bocci "in via cautelativa". Sono trascorsi 14 giorni dal primo episodio di "razzismo, altro che esperimento sociale", avvenuto venerdì 8 febbraio quando - come hanno raccontato stamattina in un video a Repubblica i genitori dei bambini - il maestro Mauro ha portato il fratellino maggiore in un'altra sezione per mostrarlo ai bambini: "Guardate quanto è brutto!".
Foligno, i genitori dei bambini discriminati: "Nostra figlia chiamata scimmia, il bambino umiliato davanti a un'altra classe"
Odigie e Favour, papà e mamma dei piccoli, vivono in Italia da tanti anni: "Non abbiamo mai subito episodi di razzimo, amiamo questo Paese e ci troviamo benissimo", dicono raccontando i particolari raccapriccianti della brutta esperienza fatta dai loro figli in quello che dovrebbe essere un luogo straordinariamente protetto. Particolari come questo: "A nostra figlia il maestro ha detto: sei così brutta che possiamo chiamarti scimmia". E affermano: "Il nostro bambino dopo quell'episodio in classe si è chiuso. Sta male". Il maestro Bocci, intanto, si scusa attraverso l'avvocato. Non un esperimento...
...sociale, ma "un'attività per l'integrazione finalizzata a far prendere coscienza agli studenti del concetto di differenza razziale e di discriminazione" è quella che ritiene di avere svolto il maestro della scuola del folignate finito nella bufera. Un "malinteso" per il quale l'insegnante "porge le sue scuse ai genitori dell'alunno coinvolto e in generale ai genitori dell'intera classe". Lo ha fatto attraverso l'avvocato Luca Brufani
L'avvocato Silvia Tommasoni, incaricata dalla famiglia nigeriana, in tarda mattinanata ha comunque portato le carte in procura, che già ieri ha ordinato per conto proprio al commissariato di Foligno di avviare un'indagine sulla vicenda "per valutare se abbia rilevanza penale, oltre a quella disciplinare per cui procedono le istituzioni scolastiche". Ieri mattina, quando ancora la notizia non era approdata ai media nazionali, intervistata da Repubblica la dirigente scolastica, Ortenzia Marconi, si era rammaricata che i genitori dei bambini fossero ricorsi a Facebook per rendere nota la vicenda invece che alle istituzioni scolastiche: "Purtroppo la questione è esplosa sui social che io non frequento, ma è un fatto grave e non voglio dire nulla per non inficiare le indagini interne che stiamo svolgendo. Siccome non voglio che finisca a taralucci e vino, ho deciso di informare l'Ufficio regionale scolastico. Purtroppo oggi la dirigente non c'è, lo farò domani". Hanno fatto prima i media, con l'articolo che ha aperto ieri mattina il sito di Repubblica.
Per quattordici giorni, intanto, il maestro Bocci - che su Facebook sfotteva i migranti tra volgarità da osteria e a scuola dava della scimmia a una bambina nigeriana "come esperimento sociale" - è rimasto regolarmente al suo posto, dietro la cattedra, senza che la catena di comando delle istituzioni scolastiche fosse informata o reagisse; e senza che la scuola sentisse l'obbligo di informare immediatamente la procura di un comportamento che poteva configurare ipotesi di reato (che spetta appunto alla magistratura valutare, e non a indagini interne di natura disciplinare).
"I nostri bambini erano terrorizzati all'idea di essere di nuovo offesi dal maestro", dicono oggi i genitori. Qualcuno avrebbe dovuto evitarlo, ma non lo ha fatto fino a ieri quando sono eplose le polemiche in un Paese ferito da un razzismo contrastato con sempre minor prontezza. "Sono vicino a quel bambino, ma non può essere tutta colpa di Salvini come pensano i professoroni e i commentatori di sinistra", ha detto oggi il vicepremier Matteo Salvini commentando le polemiche.
FONTE: https://www.repubblica.it/cronaca/2019/02/22/news/foligno_e_stato_razzismo_non_un_esperimento_sociale_-219814548/
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