Secondo alcune ricostruzioni, la nascita di Odessa va fatta risalire ad un momento anteriore alla fine della guerra: il 10 agosto 1944, alla Maison Rouge di Strasburgo, settantasette nazisti che non si facevano alcuna illusione su quello che sarebbe stato l'esito finale della guerra si riunivano per organizzare la loro salvezza. Pare fossero lì presenti i portavoce dei più alti gerarchi, quali Martin Bormann, Albert Speer, Wilhelm Canaris, e i più grandi industriali e banchieri tedeschi. I primi miravano solo a fuggire, i secondi a conservare gli immensi guadagni accumulati con le forniture belliche allo Stato tedesco.
Nel migliore dei casi, infatti, gli uomini delle SS sarebbero stati condannati a morte dai vincitori e gli imprenditori espropriati di tutti i loro averi. I due gruppi trovarono un accordo reciprocamente vantaggioso. Gli imprenditori avrebbero finanziato la fuga dei gerarchi, i quali avrebbero custodito e gestito tutti i capitali trasferiti all'estero; i gerarchi avrebbero, cioè, permesso la fuoriuscita di capitali tedeschi in Paesi amici e in cambio gli industriali li avrebbero "ringraziati" nominandoli dirigenti tecnici delle ditte trapiantate all'estero.
guerra finita e in Argentina
approdano navi naziste
A seguito dell'incontro di Strasburgo cospicue somme di denaro vennero subito trasferite in banche di paesi neutrali: Svizzera, Spagna, Turchia e, soprattutto, Argentina e Paraguay. Grazie ai capitali tedeschi vennero create di lì a poco numerose società commerciali: secondo un rapporto del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti risalente al 1946 furono nel complesso 750 le imprese finanziate dagli industriali nazisti: 112 in Spagna, 58 in Portogallo, 35 in Turchia, 214 in Svizzera, 98 in Argentina e 233 in varie altre nazioni.
Grazie all'esperienza maturata nel corso della guerra da ufficiali dell'RSHA, in un lasso di tempo relativamente breve l'ODESSA riuscì, inoltre, a mettere in piedi un complesso sistema di corrieri, che riuscì a far fuggire clandestinamente dalla Germania gli uomini delle SS. Alcuni riuscirono persino a procurarsi un lavoro come autisti dei camion dell'esercito americano sull'autostrada Monaco-Salisburgo, nascondendo i fuggitivi sul retro dei veicoli per farli passare oltre il confine austriaco. Ogni 50 km era stanziata una Anlaufstelle ("Centro di ricezione") di ODESSA, gestito da non più di cinque persone, che erano a conoscenza soltanto delle due Anlaufstellen che precedevano e seguivano la propria lungo il percorso. Molti uomini delle SS terminavano il loro viaggio a Bregenz o a Lindau, due località sul lago di Costanza, da dove passavano in Svizzera e infine salivano su voli aerei civili diretti in Medio Oriente o in Sudamerica.
ODESSA percorreva anche la cosiddetta Via dei Monasteri (detta anche ratline o Rattenlinien, ovvero la via dei ratti), che si snodava tra l'Austria e l'Italia, così chiamata per il fatto che i fuggiaschi riparavano nei luoghi di culto, memori di una tradizione medievale per cui tali luoghi erano inviolabili e quindi sicuri per definizione. In Italia parte del clero cattolico anticomunista faceva passare i nazisti ricercati attraverso una lunga serie di "case rifugio" di religiosi. Inoltre, l'organizzazione manteneva importanti contatti con il personale delle ambasciate di Spagna, Egitto, Siria e di numerosi Paesi sudamericani.
Secondo Simon Wiesenthal la formazione di “comitati di soccorso” per l'assistenza ai criminali detenuti ebbe una parte rilevante nella genesi dell'organizzazione ODESSA. Sotto la copertura degli aiuti umanitari questi comitati raccoglievano fondi, stabilivano contatti tra vecchi camerati e contrabbandavano lettere. La via di fuga principale attraversava la Svizzera e quindi l'Italia. Ad aiutare i gerarchi in fuga, secondo Wiesenthal, sarebbero stati alcuni prelati della Chiesa cattolica, in particolare i francescani, che nascondevano i fuggiaschi da un monastero all'altro. Wiesenthal ritiene che tale aiuto sia stato dato fraintendendo il concetto di carità cristiana
Ricercati come Heinrich Müller, capo della Gestapo, e molti altri criminali di guerra probabilmente utilizzarono ODESSA per scomparire; altri nazisti come Adolf Eichmann, Josef Mengele, Erich Priebke, Klaus Barbie, Aribert Heim, trovarono rifugio in America Latina, essenzialmente in Paesi senza estradizione, e poterono essere smascherati e assicurati alla giustizia solo dopo molti anni. Per citare qualche esempio, Eichmann, largamente responsabile della logistica della "soluzione finale", fu scoperto e rapito dal Mossad in Argentinaper essere tradotto in Israele, giudicato e conseguentemente giustiziato per i suoi crimini. Erich Priebke invece fu ritrovato da un giornalista americano che lo intervistò; a seguito di questa intervista fu catturato, processato e condannato.
Uno dei principali organizzatori di ODESSA fu l'SS-Obersturmbannführer Franz Roestel, che aveva combattuto nella divisione "Frundsberg" delle Waffen-SS; mentre altri ritengono che l'SS-Obersturmbannführer Otto Skorzeny e l'SS-Sturmbannführer Alfred Naujocks siano stati attivi nell'organizzazione e in particolare Skorzeny fosse il direttore della struttura. Uki Goñi, nel suo libro The Real Odessa: Smuggling the Nazis to Perón's Argentina, suggerisce che il Vaticano abbia avuto un ruolo attivo nella copertura dei gerarchi nazisti in fuga. Analoga ricostruzione fanno Daniel Jonah Goldhagen, e Michael Phayer. Il giornalista tedesco Guido Knopp avanza l'ipotesi che ODESSA sia più un mito che una reale organizzazione strutturata e che in realtà le vie di fuga furono molteplici.
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