Nella notte tra mercoledì e giovedì la quotazione della criptovaluta più famosa al mondo si è infatti inabissata improvvisamente sotto gli $8.000 ed è tornata a scambiare su livelli osservati l’ultima volta a maggio scorso.
Ovviamente il collasso del prezzo del Bitcoin ha avuto un impatto deciso sul resto del settore che ha iniziato a bruciare ampio terreno. La capitalizzazione complessiva del mercato ha perso almeno 15 miliardi di dollari nell’arco di due giorni.
Che succede al prezzo del Bitcoin
Nel momento in cui la quotazione ha imboccato la via del ribasso il mercato intero ha iniziato a interrogarsi circa le possibili spiegazioni del tonfo. In realtà in questo caso gli esperti non hanno trovato una motivazione univoca.
Quel che è chiaro, comunque, è che il crollo del prezzo del Bitcoin ha stravolto la fase di relativa calma osservata di recente sui mercati.
Il tonfo della quotazione appare evidente
Per gli analisti comunque non dovrebbe esserci nulla di cui preoccuparsi. L’halving del 2020 fornirà supporto alla quotazione che si lascerà alle spalle queste fasi di debolezza per dirigersi invece verso nuovi massimi.
A sostenere a queste tesi anche il recente andamento dell’hash rate del BTC, indicatore della quantità di calcoli effettuati dalla rete (più è elevato, maggiore sarà la sicurezza del network).
In genere a ogni balzo dell’hash rate è sempre corrisposta l’avanzata della quotazione per cui alla luce dei recenti massimi oltre quota 100 quintilioni si potrebbe ben sperare.
In genere a ogni balzo dell’hash rate è sempre corrisposta l’avanzata della quotazione per cui alla luce dei recenti massimi oltre quota 100 quintilioni si potrebbe ben sperare.
Al momento in cui si scrive, intanto, tra previsioni pessimistiche e non, il prezzo del Bitcoin sta scambiando intorno ai $7.600.