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Cine OttO Settembre | CiaoRinoTV | a cura di antonio BARBUTO ( Tenente Veterano dell'Arma di Cavalleria di Linea)



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 Cine Otto Settembre

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Nel grande mosaico della fine di Benito Mussolini si inserisce un nuovo tassello. Esso riguarda un retroscena rimasto sconosciuto anche agli storici. Nell’ultimo scorcio del conflitto, preparandosi all’ormai inevitabile sconfitta, il dittatore vendette segretamente l’unico suo vero patrimonio personale: il giornale Il Popolo d’Italia, che aveva redazione e stabilimenti tipografici a Milano. Salvo la testata, che non fu oggetto di transazione, il Duce cedette l’intero 'pacchetto' all’industriale Gian Riccardo Cella, vicino al senatore e giornalista Alberto Bergamini, monarchico antifascista.

Ciò che riemerge è il ruolo avuto nell’operazione dai servizi segreti...[Continua a Leggere CliccaQui]


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Contatti segreti tra il duce ed emissari britannici erano avvenuti a Porto Ceresio (VA), presso il confine svizzero, il 21 settembre 1944 e il 21 gennaio 1945]; inoltre, il testo delle intercettazioni telefoniche effettuate dai servizi segreti tedeschi a Salò, sulle conversazioni di Mussolini, suggeriscono l'esistenza di possibili accordi segreti e di uno scambio di lettere tra il dittatore italiano e il Primo ministro inglese Winston Churchill, anche se è ancora aleatorio definire il contenuto di tale carteggio. Il 27 aprile 1945, al momento della sua cattura, secondo le testimonianze di coloro che hanno dichiarato di averle ispezionate in quei giorni (partigiani, funzionari, ecc.) Mussolini aveva con sé una borsa piena di documenti contenente, tra l'altro, parte della sua corrispondenza con Churchill, ma di cui non è stata accertata la datazione. Nell'immediato dopoguerra, Churchill e i servizi segreti britannici, peraltro, si sarebbero mossi per recuperare tutte le copie di tale carteggio...[Continua a leggere Clicca Qui ]

Luigi Longo, comandante in capo di tutte le brigate Garibaldi, secondo Tompkins, sarebbe giunto sul posto subito dopo la duplice uccisione, avrebbe architettato una “finta fucilazione” e la versione dell'uccisione “per errore” della Petacci, per poi legare al segreto per cinquant'anni tutti i partigiani presenti. A tal proposito non si può non tener conto della ricostruzione fornita nel 1993 da Urbano Lazzaro, il partigiano “Bill”, vice commissario politico della colonna partigiana autrice della cattura, nella quale si dichiara che il personaggio presentatosi a Dongo il 28 aprile 1945, con il nome di battaglia di "Colonnello Valerio" fosse proprio Luigi Longo e non Walter Audisio, come comunemente si sostiene.

La versione di Bruno Lonati è tuttavia contraddetta, oltre che dalla versione storica di cui è fatto cenno in premessa, anche da altri elementi:

DOCUMENTARIO 
L'ARMISTIZIO
I Noti 45 giorni del governo Badoglio che presero allora avvio costituirono lo scenario temporale della consumazione di un dramma che avrebbe da li a breve presentato risvolti nazionali e internazionali connessi a tratti spaventosissimi. 
PRESENTAZIONE 
CINEOTTOSETTEMBRE
CASSIBILE
IL GIORNO DEL SEGRETO

POSSONO INTERESSARTI : 
 SOTTO LE BOMBE
L'attacco su Roma sferrato dagli Anglo-americani il 19 luglio del 1943
nessuno a napoli li sente arrivare
nessuno suona le sirene
una mancata zoina rossa campana
cento anni prima l'italia era unita
nella inettitudine dei propri
amministratori
L'attacco su Napoli sferrato dagli Anglo-americani il 4 dicembre del 1942


Valori sequestrati a Mussolini e ai gerarchi

Verso le ore 16 del 27 aprile 1945, nella piazza di Dongo, durante l'ispezione della colonna tedesca fermata poche ore prima a Musso, dai partigiani della "Luigi Clerici", Mussolini viene riconosciuto e preso in consegna dal vicecommissario di brigata Urbano Lazzaro "Bill" che lo accompagna nella sede comunale, dove gli viene sequestrata la borsa di cui è in possesso.

Questa borsa a quattro scomparti, oltre a quattro cartelle piene di documenti riservatissimi, contiene un milionesettecentomila lire in assegni (Lit. 2.469.675.000 circa, 1.275.481 € odierni, attualizzati confrontando il costo del Corriere della Sera nel 1945 a quello di marzo 2022) e centosessanta sterline d'oro (19.200 £ odierne circa, ovvero 23.040 € odierni, se attualizzati confrontando il costo del quotidiano Evening Standard nel 1945 a quello medio -0,50 p.- fra tre principali quotidiani londinesi a marzo 2022, considerato anche che la Sterlina era divisa in 240 pennies nel 1945, e in 100 dal 1971; oppure, e più aderente al valore reale, 64.960 € odierni, se stimate al valore del 2022 di una sterlina d'oro Giorgio V, conio del 1932). Subito dopo, il capo di stato maggiore della brigata, Luigi Canali, nome di battaglia “Capitano Neri”, ordina di radunare in municipio i bagagli dei ministri al seguito di Mussolini, nonché le valigie trovate sull'Alfa Romeo del prefetto Luigi Gatti, già segretario del duce, che risulteranno piene d'oro, gioielli e valuta. Il bottino di guerra è affidato dal Canali in custodia, con ordine scritto, alla partigiana Giuseppina Tuissi "Gianna", sua compagna, che è altresì incaricata di curare la raccolta dei valori ancora in possesso dei gerarchi rimasti sul luogo della cattura.

Tali valori furono inventariati il 28 aprile 1945, dalla Tuissi e dall'impiegata comunale Bianca Bosisio, ma sia l'originale sia la copia andranno "perduti". I testi interrogati dalla magistratura tra il 1946 e il 1947, dichiareranno genericamente che era stato raccolto un notevole quantitativo di moneta cartacea ed aurea, italiana e straniera e un buon numero di oggetti di pregio, tra i quali i gioielli di Claretta Petacci.

Nel tardo pomeriggio del 28 aprile, il “Capitano Neri”', firmò un ordine di consegna temporaneo di tutti i beni recuperati e inventariati dalla Tuissi, alla federazione comunista di Como, di cui era responsabile Dante Gorreri.

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